Avv. Alessandro Falsina
Esperto di europrogettazione, socio dell’Associazione FuturLab
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Di recente la Corte dei Conti ha evidenziato che «con riguardo alle spese si richiama l’attenzione, in via generale, sulla circostanza che più dell’85% del bilancio della UE è investito negli Stati membri e che, in questa difficile congiuntura economica, è di importanza vitale che tutti i Fondi disponibili siano ben spesi».
Lo scorso 31 marzo si è chiuso il ciclo di programmazione dei fondi europei 2007-2013: termine ultimo per “certificare” le spese che le regioni ed i ministeri titolari di un Programma operativo (P.O.R. o P.O.N.) hanno utilizzato per sostenere progetti finanziati con le risorse europee. Il dato finale è tutto sommato confortante in quanto, tra mille problematiche che ne caratterizzano la capacità di gestione, alla fine sono stati utilizzati i fondi disponibili, anche se non interamente in Sicilia.
La nuova Programmazione 2014-2020 è già partita anche se, per così dire, “a macchia di Leopardo”: a metà del presente ciclo è presto per fare un bilancio intermedio affidabile proprio perché la partenza è stata in ritardo, specie in Sicilia dove, sebbene i dati sulla certificazione di spesa effettuata dalla Regione Siciliana siano un elemento di non sempre “facile” riscontro tecnico, la nostra Isola è almeno tra le prime regioni italiane per lo stato di avanzamento della spesa del Psr.
A livello UE l’Italia è invece molto vicina nel complesso alla media europea.
L’UE attraverso il suo Bilancio finanzia infatti gli Stati membri e traduce le politiche europee in azioni concrete.
Fonte importante di sostegno, consente alle regioni italiane di sviluppare pienamente le loro potenzialità, contribuendo a ridurre le disparità economiche tra aree geografiche favorendo la coesione sociale. Il bilancio è predisposto dalla Commissione europea, discusso e approvato dal Consiglio dell’UE e dal Parlamento europeo: in concreto ben circa l’80 % del bilancio dell’UE è gestito dalle amministrazioni nazionali o regionali. Mediante programmi a gestione diretta e/o indiretta fornisce sostegno finanziario a centinaia di migliaia di “cittadini europei”, fra cui studenti, scienziati, PMI……e città e regioni.
I fondi europei sono organizzati nei cosiddetti “Programmi tematici”, dedicati a specifici obiettivi (agricoltura, salute, infrastrutture, istruzione, ricerca scientifica…). All’interno dei programmi sono quindi organizzati i fondi per ciascuno dei quali esiste un’apposita procedura – come è noto – che indica attraverso specifiche priorità gli obiettivi strategici che i progetti devono raggiungere per ottenere il finanziamento e le scadenze per la presentazione delle domande di sovvenzione.
I fondi europei si dividono in DIRETTI cioè erogati e gestiti direttamente dalla Comunità Europea; INDIRETTI gestiti dai Paesi membri attraverso i Programmi Operativi Nazionali e i Piani Operativi. In Italia vengono gestiti appunto dalle Regioni.
Infine i fondi diretti si dividono in Programmi intracomunitari: concernono le politiche interne di interesse europeo, e di Cooperazione esterna, che promuovono la cooperazione dei Paesi membri con Paesi terzi rispetto all’Unione.
Normalmente, la Comunità non finanzia la totalità del progetto, ma solo una sua quota parte ed è quindi richiesto un cofinanziamento.
Tutte le informazioni sui fondi diretti e sui relativi bandi sono reperibili sul sito della Comunità Europea (https://europa.eu/european-union/index_it), e sui siti delle singole Regioni per gli indiretti.
Nel prossimo numero verrà affrontato il tema dei finanziamenti nel campo dell’Istruzione e della Formazione Professionale con particolare riferimento al Programma ERASMUS+ di cui quest’anno ricorre il trentennale dalla nascita ed al Fondo sociale europeo.